
Il percorso verso la guida autonoma è identificabile in 6 livelli identificati dalla SAE (Society of Automotive Engineers) e diventati standard di livello internazionale.
Livello 0: no automation.
Il conducente non riceve nessuna assistenza tecnologica e controlla completamente il veicoli.
Livello 1: driver assistance.
Assistenza a sterzo, accelerazione e decelerazione, senza prendere il pieno controllo.
Livello 2: partial automation
Livello 1 + centraggio della corsia, controllo di crociera adattivo.
Livello 3: conditional automation
Livello 1 + livello 2 ma il conducente deve essere pronto a riprendere il controllo del veicolo quando il veicolo lo richiede.
Livello 4: high automation
Completa autonomia del veicolo anche se il conducente non è in grado di riprendere il controllo quando il veicolo lo richiede. Non può guidare in qualsiasi condizione atmosferica.
Livello 5: full automation
Livello 5 + guida in qualsiasi condizione atmosferica. La presenza del volante è opzionale.
In commercio esistono già alcuni modelli di veicoli con i livelli di automatizzazione sopra indicati: Tesla Autopilot, Nissan ProPilot, Honda Sensing Elite ecc..
La diffusione e sopratutto l’utilizzo di un numero sempre maggiore di veicoli a guida autonoma è subordinato all’infrastruttura circostante.
Pensiamo alla Smart Road e alla segnaletica stradale che dovranno essere in grado di comunicare con i veicoli in circolazione.
Anche le città dovranno essere ridisegnate con aree di sosta, di ricarica e di manutenzione.
Si stima che l’introduzione delle guida autonoma porterà enormi benefici sia in termini di costi (-46,5% del costo km) che di impatto ambientale (-80% di emissioni).
Non per ultimo il miglioramento delle condizioni di sicurezza che oggi causano 1,35 milioni di morti all’anno.