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Che impatto ha il nostro spostamento?

I primi passi verso la sostenibilità risalgono al 1972 con la Conferenza delle Nazioni Unite di Stoccolma nella quale lo sviluppo economico viene allineato allo sviluppo ambientale e sociale.

Nello stesso anno il Club di Roma con il “Rapporto sui limiti delle sviluppo” prediceva che lo la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali e della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta.

Nel 1987 la Commissione Mondiale sull’ambiente e sullo sviluppo pubblica il “Rapporto Brundtland” definendo lo sviluppo sostenibile come quello che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere i bisogni delle generazioni future.

Seguiranno negli anni degli altri importanti appuntamenti quali nel 1992 la conferenza di Rio, nel 1997 il Protocollo di Kyoto, nel 2000 l’adozione degli obbiettivi di sviluppo sostenibile.

Ma la vera svolta per lo sviluppo sostenibile si ha nel 2015 con l’approvazione dell’Agenda 2030.

L’Agenda 2030 è un programma d’azione sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 traguardi misurabili attraverso 240 indicatori periodicamente valutati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030.

La sostenibilità ambientale.

Le maggiori esternalità negative derivanti dal settore dei trasporti in ambito ambientale sono indubbiamente legate alla quantità di emissioni climalteranti emesse in atmosfera dal quale dipendono l’innalzamento della temperatura e la qualità dell’aria.

Le emissioni climalteranti emesse in atmosfera, ed in particolare alcuni tipi di gas, chiamati gas serra, provocano il conosciuto effetto serra.

L’effetto serra, di per sé, è un fenomeno naturale tutt’altro che negativo.

Senza l’effetto serra la temperatura media sulla terra sarebbe di -15 gradi centigradi anziché + 18 gradi centigradi.

L’effetto serra si basa però su un delicato equilibrio perché tutto dipende dalla quantità di gas serra emessi e quindi presenti in atmosfera.

Se i gas serra infatti vengo emessi e quindi si trovano in atmosfera in quantità troppo elevate l’effetto serra aumenta e con esso la temperatura.

L’aumento della temperatura media registrato in Italia negli ultimi trenta anni è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. 

Nel 2020 l’anomalia, rispetto alla media climatologica 1961-1990, della temperatura media in Italia (+1,54 °C) è stata superiore a quella globale sulla terraferma

Aumento della temperatura vuol dire anche aumento delle ondate di calore.

Dagli anni ’80 l’aumento delle ondate di calore è stato significativo in parti- colare nel 2020 è stato osservato un incremento di circa 17 giorni.

Inoltre l’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali minacce ambientali e sanitarie di questa epoca, con milioni di morti premature nel mondo e costi esterni che, secondo alcune stime, possono arrivare e diversi punti di prodotto interno lordo.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento outdoor è responsabile ogni anno della morte prematura di 3 milioni di persone che salgono a 7 milioni con l’inquinamento indoor.

Sostenibilità economica.

Nel 2018 la spesa media mensile delle famiglie per i trasporti si è attestata ad euro 292,39 euro e di questi 266,70 euro vengono destinati alle spese di acquisto e alle spese di esercizio di veicoli privati.

Sostenibilità sociale.

Nel 2021 in Italia ci sono stati 151.875 incidenti, in media 416 incidenti al giorno, che hanno causato 2.875 morti e 204.728 feriti.

L’Agenzia europea dell’ambiente stima che l’esposizione a lungo termine al rumore ambientale causi 12.000 morti premature e contribuisca ogni anno a 48.000 nuovi casi di cardiopatie ischemiche in tutta Europa. Si stima inoltre che 22 milioni di persone soffrano di forte fastidio cronico e 6,5 milioni di forti disturbi cronici del sonno.

Un’indagine condotta su 10.000 persone nel Regno Unito ha scoperto che le comunità che vivevano in aree urbane più verdi avevano maggiori probabilità di riferire un minore disagio mentale e livelli più alti di benessere dopo l’adeguamento alla variazione socio economica a livello individuale e regionale.

Questi numeri ci dicono che è necessario implementare sistemi di mobilità sostenibile al più presto al fine di minimizzare le esternalità negative.

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