A febbraio del 2021 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha cambiato nome in Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile su proposta del Ministro Enrico Giovannini che ne è a capo.
Questo cambiamento ha delineato in modo chiaro le priorità e le prospettive del Ministero.
Da questi presupposti nasce il rapporto sui cambiamenti climatici, le infrastrutture e la mobilità presentato il 4 febbraio 2022.
Il tema del cambiamento climatico e degli obbiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera stabiliti in -55% di emissioni al 2030 e -100% di emissioni al 2050 è un tema molto dibattuto a livello regionale, nazionale ed europeo.
Il raggiungimento degli obbiettivi sopra citati passa senza dubbio da una diminuzione delle emissioni nei settori che ad oggi sono maggiormente responsabili tra i quali il settore dei trasporti.
Come più volte discusso il settore dei trasporti oggi è responsabile del 25,2% di emissioni di gas serra e del 30,7% di emissioni di CO2 derivanti per il 92,6% dal trasporto stradale ed è pertanto un settore cardine nella decarbonizzazione.
Il processo passa in primis da un forte coordinamento tra enti privati ed enti pubblici ma anche da una visione sistemica questo vale a dire che per decarbonizzare il settore dei trasporti vanno decarbonizzati anche i settori direttamente coinvolti come ad esempio il settore dell’energia, della logistica, delle telecomunicazioni ecc..
I temi trattati all’interno del rapporto sono numerosi ma alcuni hanno particolarmente attirato la nostra attenzione.
- Il concetto di accessibilità:
La mobilità delle persone è legata alla facilità di spostamento da un punto A ad un punto B, che a sua volta è legata alla qualità del servizio erogato e alle modalità di trasporto.
La mobilità però deve essere accessibile a tutta la popolazione a prescindere dal sesso, dalla nazionalità e dal livello socio-economico.
Questo passa da altri tre concetti ovvero affondability (costo del trasporto), convenienza (facilità di acquisto del trasporto) e accettabilità sociale (non discriminazione del trasporto).
Le tradizionali misure di prestazione dei sistemi di mobilità sono intrinseche al processo di pianificazione dei trasporti e questo rende difficile spostare l’attenzione dal concetto di mobilità al concetto di accessibilità. - L’importanza delle decisioni legate alla governance:
E’ necessario che la governance del Paese sia in grado di garantire un livello socialmente ottimale delle infrastrutture.
L’Italia è un paese dove, per via delle caratteristiche del sistema politico, gli aspetti relativi agli incentivi elettorali hanno avuto un ruolo molto rilevante per la localizzazione del network dei collegamenti e i meccanismi di political economy che hanno caratterizzato in maniera pregnante l’esperienza politica della Prima Repubblica hanno ancora un ruolo importante per gli anni più recenti.
Inoltre regioni e comuni svolgono un ruolo decisivo sia nella selezione sia nella realizzazione di specifici progetti.
Il contesto istituzionale locale in cui vengono effettuati influenza la portata e la natura dei nuovi investimenti infrastrutturali e, di conseguenza, i loro rendimenti economici.
Istituzioni di bassa qualità offrono opportunità per l’estrazione di rendite private, minando l’offerta di beni pubblici.
In condizioni di scarsa qualità del governo, nuovi investimenti in infrastrutture di trasporto possono rispondere maggiormente a interessi politici e individuali piuttosto che a giustificazioni economiche e di benessere collettivo. - La correlazione tra il cambiamento climatico, il mantenimento delle infrastrutture e dei servizi di mobilità:
Gli eventi climatici al quale abbiamo assistito negli ultimi anni (ondate di calore, ondate di freddo, siccità, incendi, esondazioni, frane, tempeste di vento) sono strettamente correlate con il mantenimento delle infrastrutture e dei servizi di mobilità.
Se prendiamo in esempio il trasporto pubblico locale gli eventi climatici sopra citati incidono sul mantenimento delle infrastrutture come ad esempio il mantenimento del manto stradale, la compromissione dei veicoli, il ribaltamento dei veicoli e sui servizi di mobilità come ad esempio il confort di viaggio, la sicurezza di viaggio, la modifica o la sospensione dei servizi. - Il tasso di motorizzazione:
In Italia ci sono 676 auto ogni 1000 abitanti conto la media europea di 500 auto ogni 1000 abitanti.
Il 62% degli spostamenti degli italiani avviene in auto.
Negli ultimi anni sia gli spostamenti sistematici che gli spostamenti occasionali sono diminuiti questo per l’invecchiamento della popolazione, l’introduzione dello smart working, la diffusione del commercio elettronico e l’attenzione alla sostenibilità da parte dei consumatori.
Nel processo di decarbonizzazione l’abbassamento del tasso di motorizzazione è un aspetto imprescindibile che passa anche dal cambio di motorizzazione delle auto da combustione a elettrico, da un cambio di paradigma da possesso ad accesso ecc..
Le proposte per raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050 sono molteplici, ricordando inoltre le ingenti somme messa a disposizione per il settore nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vediamone alcune:
- Mobilità ferroviaria:
– Estensione della rete metropolitana leggera e pesante
– Realizzazione di nuove reti tranviarie ed estensione delle esistenti
– Riconversione della rete ferroviaria in rete metropolitana
– Ampliamento delle rete ferroviaria ad Alta Velocità - Mobilità su gomma:
– Potenziamento del trasporto su gomma a trazione elettrica
– Realizzazione di corsi preferenziali
– Manutenzione delle strade - Mobilità ciclabile:
– Creazione di piste ciclabili
– Creazione di autostrade ciclabili (Cycle Superhighways) - Alto:
– Riconversione dei centri urbani
– Multimodalità e potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale
– Politiche amministrative quali ad esempio la creazione delle zone ZTL o la nomina dei Mobility Manager
– Politiche a favore della mobilità condivisa
– Road pricing
– Tariffazione delle sosta
Rimane la difficoltà ai più conosciuta di decarbonizzare il trasporto sulla lunga percorrenza legata all’impossibilità ad oggi di avere veicoli interamente elettrici con alte prestazioni e alta autonomia o veicoli alimentati con biocarburanti che potrebbero avere costi di produzione, stoccaggio e distribuzione molto elevati.
Inoltre come accennato in premessa nell’ottica di una visione sistemica l’Italia oggi ha enormi carenza infrastrutturali per la ricarica elettrica che volendo spingere verso un cambio di motorizzazione delle auto dovrà necessariamente essere risolto.
Concludiamo con le preziose parole del Ministro Enrico Giovannini:
“Il cambio di paradigma verso uno sviluppo sostenibile non è più rinviabile – dichiara il Ministro Giovannini – così come un forte investimento per rendere resilienti al cambiamento climatico le infrastrutture e i sistemi di mobilità del nostro Paese. I Rapporti presentati oggi mostrano non solo i rischi che corre l’Italia a causa della crisi climatica, ma anche le opportunità esistenti per operare, insieme al settore privato, scelte in grado di mitigarne gli effetti sui sistemi ferroviari, idrici, stradali, portuali, urbani da cui dipende il nostro sistema socioeconomico, adattandoli alle nuove condizioni climatiche e beneficiando delle nuove tecnologie. Grazie al lavoro svolto dalle due Commissioni disponiamo finalmente di analisi approfondite, basate su evidenze scientifiche, e proposte per cambiare il modo di disegnare e realizzare le infrastrutture e la mobilità del futuro, utilizzando innovativi modelli di partenariato pubblico-privato in grado di orientare a tali finalità la crescente attenzione degli investitori nazionali e internazionali ai temi legati alla sostenibilità”.
Qui il link al rapporto: https://www.mit.gov.it/comunicazione/news/mims-nuove-strategie-per-infrastrutture-sostenibili-e-resilienti-ai-cambiamenti